Induzione o gas: quale piano cottura è il migliore?

Una delle sfide più accese nel mondo degli elettrodomestici è quella che vede protagonisti i piani cottura a induzione e quelli tradizionali con fornelli a gas. Entrambe le tecnologie hanno i loro pro e i loro contro, ed è ancora difficile decretare un netto vincitore: il risultato è che sempre più persone restano sospese nel dubbio se è meglio l’induzione o il gas.

L’obiettivo di questa guida è di fare luce sui due principali tipi di piano cottura del momento, evidenziandone per ognuno i punti di forza e di debolezza, che li rendono più o meno adatti a soddisfare determinate esigenze.

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Induzione o gas: quali sono le differenze?

I piano cottura ad induzione, pur essendo presenti sul mercato da ormai parecchio tempo, sono senza dubbio una novità rispetto ai classici piani cottura a gas, da decenni presenti nelle nostre cucine, e con un design di fondo che è rimasto pressoché invariato nel corso degli anni.

Un piano a induzione differisce da un piano a gas innanzitutto per il tipo di energia utilizzato: il principio dell’induzione, infatti, sfrutta l’energia elettrica e non dà vita ad alcun tipo di combustione, come invece accade per i fornelli a gas che devono quindi essere alimentati o dal gas fornito dalla rete (metano), o da apposite bombole esterne (molto diffuse sono quelle di GPL).

Questa prima differenza, che in realtà è doppia perché riguarda sia la tecnologia utilizzata (induzione vs combustione), sia il tipo di alimentazione (elettricità vs gas), si traduce in una serie di caratteristiche che contraddistinguono i due tipi di piani, e di cui parleremo meglio nei prossimi paragrafi dedicati ai vantaggi e agli svantaggi di ognuno dei due.

Quanto alle similitudini, c’è da dire che in linea di massima i piani ad induzione e quelli a gas sono piuttosto simili per quanto riguarda le dimensioni, la divisione in “fuochi” (fornelli fisici nei piani a gas, aree di cottura in quelli a induzione) e nella possibilità di essere incassati all’interno dei mobili da cucina.

I vantaggi di un piano cottura a induzione

Il piano cottura a induzione può essere montato in qualsiasi cucina, e per funzionare necessita del solo collegamento alla rete elettrica. È quindi un’ottima soluzione nei casi in cui l’abitazione non sia raggiunta dalla rete cittadina del gas, evitando di ricorrere alla poco pratica e poco sicura bombola da tenere nascosta.

L’alimentazione elettrica rende l’installazione e la manutenzione molto più pratiche e veloci, e il piano stesso è più sicuro da utilizzare, soprattutto in presenza di bambini. Non avvenendo alcuna combustione, non sono presenti fiamme vive: il principio dell’induzione, inoltre, non genera un calore percepibile dall’essere umano, ma si trasmette solo attraverso i metalli. Questo significa che anche toccando direttamente la superficie del piano acceso, un essere umano non si scotta né avverte alcun tipo di fastidio.

L’assenza di fornelli in rilievo rende la superficie del piano più regolare, praticamente liscia come uno specchio: è facile intuire che anche le operazioni di pulizia sono notevolmente semplificate rispetto a quelle dei piani a gas, che invece, per essere puliti a fondo, esigono che vengano tolte le diverse componenti che formano ciascuno dei fornelli.

Gli svantaggi

Tanti svantaggi, ma anche qualche svantaggio per i piani ad induzione, a partire dalla necessità di adeguare il contratto di fornitura dell’energia elettrica. In effetti, questa è la domanda che tutti si pongono prima dell’acquisto di un piano induzione: è necessario aumentare i kW del proprio contratto?

La risposta è che non è indispensabile, ma caldamente consigliato. Il contratto base domestico è da 3 kW, ed esistono numerosi piani ad induzione che possono funzionare con questa soglia, anche grazie a limitatori che, una volta attivati, permettono di mantenere l’assorbimento sotto un certo livello (per evitare che avvenga il distacco del contatore).

Questa soluzione è adatta a piccoli nuclei familiari, che non hanno l’esigenza di usare spesso più fornelli contemporaneamente o alla massima potenza. Per raggiungere la praticità di un piano a gas, è però necessario usare “al massimo” il piano a induzione: in questi casi è praticamente obbligatorio adeguare il proprio contratto, passando ad una fornitura da almeno 6,5 kW.

Un altro piccolo svantaggio dei piani ad induzione è la necessità di utilizzare padelle e pentole compatibili con questa tecnologia (difficilmente già presenti in casa). Quanto al costo di esercizio, difficile stabilire se siano più economici i piani a gas o quelli a induzione: tendenzialmente, il gas costa meno della corrente elettrica, ma i piani ad induzione compensano con un’efficienza energetica più elevata. La spesa è, quindi, quasi del tutto identica.

I vantaggi vantaggi di un piano cottura a gas

Il piano cottura a gas continua ad essere un’ottima soluzione per gli appartamenti che godono dell’allaccio alla rete cittadina del gas. Avere un piano che non necessita di energia elettrica significa poterlo utilizzare anche in caso di blackout o momentanee sospensioni: al massimo, a non funzionare sarà l’accensione piezoelettrica, ma i fornelli saranno ugualmente utilizzabili facendo uso di un accendigas.

Se i consumi, dal punto di vista economico, sono simili, dal punto di vista dei prezzi dell’elettrodomestico la bilancia pende ancora a favore dei piani a gas: i piani ad induzione continuano a costare, mediamente, ancora di più, ma è da segnalare che i prezzi sono calati sensibilmente negli ultimi anni e probabilmente continueranno a scendere, parallelamente alla maggior diffusione di questi elettrodomestici.

In ultimo, chi dispone già di un’ampia dotazione di pentole e padelle, soprattutto se di buona qualità, può essere maggiormente incentivato ad acquistare un piano a gas, tenuto conto che questi prodotti – se non in rari casi – non possono essere usati con i piani ad induzione.

Gli svantaggi

Gli svantaggi dei piani a gas, a questo punto, dovrebbero già essere piuttosto chiari: necessità di avere disponibile una fonte di alimentazione a gas (meno pratica dell’elettricità), operazioni di manutenzione e pulizia più complesse.

A questi lati negativi va aggiunto un altro, che riguarda la minore efficienza energetica dei piani a gas. La fiamma viva tende a disperdere più calore nell’ambiente circostante: il risultato è che, rispetto all’induzione, i tempi di cottura si allungano notevolmente.

L’esempio classico è quello del tempo necessario a far bollire un litro d’acqua: su un piano a gas, servono non meno di 7 minuti; su uno ad induzione, in 4 minuti è già raggiunto il bollore.

Quale piano cottura a induzione acquistare

Scegliere un piano cottura a induzione è molto più semplice di quanto non sembri. Innanzitutto, se si tratta di un modello ad incasso (ovvero integrato all’interno del piano della cucina), è necessario tenere in considerazione le dimensioni.

I modelli standard da incasso sono da 60 centimetri di lunghezza: un piano di queste dimensioni è di norma a 4 fuochi (o zone di cottura, nel caso della tecnologia ad induzione). L’Electrolux Serie 300 rientra in questa categoria, ed è uno dei modelli più consigliati del momento.

È un prodotto di alta qualità, che gode della garanzia del marchio Electrolux e che senza dubbio si distingue dalla massa di piani cottura di marchi anonimi presenti nel segmento basso del mercato. Eppure, ha un prezzo alla portata di tutti e ottime caratteristiche tecniche.

Quattro zone di cottura, la regolazione avviene per mezzo di comandi TouchControl a sfioramento: è dotato di un blocco di sicurezza che permette di disattivare temporaneamente i pulsanti quando ci si allontana dai fornelli, così da evitare tocchi involontari, soprattutto da parte dei bambini.

L’assenza di manopole e pulsanti fisici, oltre che ovviamente dei bruciatori, gli permette di avere una superficie perfettamente liscia e facile da pulire, anche con una sola passata.

Quale piano cottura a gas acquistare

Sui piani cottura a gas c’è poco da dire: una tecnologia affidabile, e che tutti abbiamo imparato a conoscere. Eppure, in questo settore non mancano delle innovazioni, con modelli di nuova generazione che offrono qualcosa in più rispetto al passato.

Il Bosch PCH6A5B90 Serie 6 è un piano a gas (sia metano che gas liquido G30/31 28-30/37mbar) con dimensioni standard (lunghezza 60 centimetri) perfetto per ogni cucina. È costruito in acciaio inox, con griglie d’appoggio in ghisa: la qualità costruttiva è veramente elevata, e garantisce solidità e stabilità.

Il piano è formato da quattro fuochi: uno di questi è un bruciatore Wok a doppia corona, con una potenza massima pari a 3,5 kW. Può lavorare sia piena potenza, sia in modalità “limitata”, così da avere la massima versatilità. Gli altri fornelli sono uno da 1 kW, gli altri due da 1,75 KW.

La regolazione dei fuochi avviene per mezzo di manopole a ponticello, che grazie alla tecnologia FlameSelect permettono di scegliere tra ben 9 livelli di potenza, per una regolazione del calore sempre perfetta. Un prodotto di assoluta qualità, con un prezzo accessibile e adatto ad ogni cucina.

Conclusioni

Sia i piani cottura tradizionali a gas che i nuovi piani ad induzione sono una soluzione perfetta per la propria cucina. Come abbiamo visto, entrambi hanno dei pro e dei contro, che possono essere più o meno importanti a seconda della situazione e dell’uso che si intende fare del prodotto.

Chi non ha accesso alla rete del gas, o semplicemente non vuole attivare un contratto di fornitura, può trovare nei piani ad induzione la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Facilissimi da installare e utilizzare, oltre che da pulire, permettono di cucinare al meglio e in meno tempo sfruttando la sola energia elettrica.

I piani a gas, invece, continuano ad essere la scelta migliore per chi non vuole cambiare il proprio contratto di fornitura elettrico o ha già un’ampia dotazione di pentole e accessori, magari non recentissimi, ma di buona qualità, che non sono adatti per la tecnologia ad induzione.

Domande frequenti su induzione o gas

Cosa conviene di più, gas o induzione?

I piani ad induzione e quelli a gas sono praticamente equivalenti dal punto di vista della convenienza. I primi hanno un’efficienza energetica maggiore, che compensa il costo dell’energia elettrica ancora superiore rispetto a quello del gas.

Quanto incide sulla bolletta un piano cottura a induzione?

Difficile stimare l’incidenza sulla bolletta di un piano cottura a induzione: i consumi dipendono dal modello di piano (possono essere più o meno efficienti), dal numero di zone di cottura e, ovviamente, dall’utilizzo che si fa dell’elettrodomestico.

Quanti kW ci vogliono per un piano di cottura a induzione?

Per un piano cottura ad induzione possono essere sufficienti i classici 3 kW previsti dai contratti di fornitura standard. Molti piani di nuova generazione integrano dei limitatori che permettono di non superare mai tale soglia, limitando la potenza delle aree di cottura. Per godere appieno di un piano ad induzione, è tuttavia consigliato passare ad un piano da almeno 6,5 kW.

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