Dopo l’archiviazione anche il gaming sembra volersi spostarsi sul Cloud. Diversi giganti del settore hanno già pronta la propria alternativa per permettere a tutti di giocare senza preoccuparsi della potenza hardware del proprio dispositivo. Anche Google, con Stadia, ha deciso di dire la sua e pare volerlo fare nel migliore dei modi.
Google Stadia, la latenza è la chiave di volta
La principale sfida da affrontare quando si parlare di gaming cloud è quella dovuta alla latenza. Con questo termine si indica l’intervallo di tempo che passa tra l’input dato dal giocatore e la risposta che il gioco genera.
Chi gioca online lo sa: spesso pochi millisecondi in più possono rappresentare un grosso svantaggio. Soprattutto nei giochi “rapidi”, basti pensare agli FPS, avere una velocità di risposta elevata diventa una questione di vita o di morte.
Con il gaming cloud, tenendo conto che la quasi totalità della banda internet viene sfruttata per lo streaming vero e proprio, la latenza aumenta a dismisura. Chi ha provato Stadia in anteprima lo scorso Marzo ha sottolineato come questa può influire tanto, in certi momenti, da rendere praticamente impossibile giocare.
Google però ha già pronta la soluzione: si chiama latenza negativa e promette di offrire tempi di risposta addirittura più veloci di quelli che si hanno giocando in locale. Utopia?
Google Stadia, come funziona la latenza negativa
Non è chiaro come funzionerà questa latenza negativa di Stadia. Un’idea generale è che, attraverso algoritmi dedicati, la piattaforma riuscirà a prevedere le scelte dell’utente e dunque a calcolarne in anticipo i risvolti in gioco.
Una soluzione estremamente invasiva e che, come hanno fatto notare in molti, influenzerà pesantemente l’esperienza di gioco. Non è detto che però, Stadia, funzioni così. Viste anche le potenzialità hardware di cui dispone Google, è plausibile che il sistema funzioni in maniera differente.
Potrebbe addirittura, con un costo computazione enorme, calcolare in anticipo tutte le possibili mosse che può effettuare l’utente per poi, istantaneamente, mostrare quella effettivamente scelta dal giocatore. La fattibilità della cosa è ancora un mistero: quando dietro c’è un colosso come Google, però, è lecito aspettarsi di tutto.