Canon EOS M6 è uscita da poco, ma dopo la scimmia iniziale per le compatte dovuta all’acquisto della Canon PowerShot G7 X Mark II (qui la mia video recensione), ho scoperto in me un animo da fotografo novello (in erba, molto in erba).
Con la Mark II pensavo comunque di aver quietato la scimmia che mi spingeva freneticamente su Amazon ad eseguire acquisti in maniera ossessivo compulsiva. Tuttavia ciò non è stato, ed appena visto questa splendida compatta, il mio dito si è mosso da solo, anche nella speranza di poter migliorare la qualità (già ottima invero) dei miei video, che effettuavo con la G7X Mark II.
Risultato? venduta la PowerShot, tenuta la M6. Il perché? In questa recensione della Canon EOS M6 ve li spiego tutti.
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Premessa: non sono un fotografo professionista, e sono sicuro che Giovanni (il mio amico, che professionista lo è eccome) leggendo questa recensione potrebbe rabbrividire per l’uso improprio di taluni termini che potrebbero sminuire il significato intrinseco di molte parti della fotocamera. Chiedo venia a tutti, ma non è questo lo scopo della mia recensione: non pipponi tecnici da paura, ma solo impressioni d’uso di un utente non avvezzo al settore.
Se siete sopravvissuti a leggere la premessa, andiamo pure avanti.
Canon EOS M6: design, materiali e differenze con M5
Canon EOS M6 arriva a poca distanza dalla M5, una fotocamera di fascia media, che annovera molte chicche, come ad esempio il mirino EVF (non presente sulla Mark II, anche se è questa scelta mi sembra comprensibile, essendo la Mark II e la M6 due fotocamere destinate a fasce e target diversi). E’ simile in molti aspetti alla EOS M5, sebbene abbia un prezzo decisamente più economico.
Ottimo il design: sebbene sia una fotocamera piccola, la Canon EOS M5 si tiene decisamente bene in mano, grazie alla sua ottima ergonomia, ed all’impugnatura con sporgenza presente sulla destra che ne aumenta la presa. Inoltre, a differenza della Canon EOS M5, che aveva un display inclinabile di 180 gradi verso il basso (gioia e problema di vlogger e youtuber che utilizzano un treppiede o un tripod), qui il display si inclina di 180 gradi all’insù (e a 45 gradi verso il basso), permettendovi di riprendervi e guardarvi mentre utilizzate un treppiede: la soluzione proposta è buona, sebbene avrei gradito un display inclinabile lateralmente (un po come nella Nikon D5200, spero abbiate presente).
Questo perché inclinando il display verso l’alto, sarà difficile (anzi diciamo impossibile), utilizzare un microfono esterno collegato all’attacco Hot Shoe di cui questa fotocamera è dotata. Questo è un altro punto di vantaggio rispetto alla PowerShort G7 X Mark II, che possedeva unicamente un flash a scomparsa, ma non l’attacco sopracitato. Risultato? impossibilità di collegare un microfono esterno monodirezionale, o staffe per poggiare display esterni: un incubo!
Altra funzione molto importante in Canon EOS M6, almeno per chi come me gira video su YouTube, è l’ingresso di un jack audio da 3.5” ideale per collegare un microfono esterno: questo, unito alla presenza dell’attacco Hot Shoe, permette l’utilizzo di microfoni esterni (io utilizzo il Tascam, che possedendo un registratore incorporato, può essere utilizzato anche in fotocamere che non presentano questo ingresso).
Tale ingresso, sulla Mark II non esisteva, e questo mi ha costretto ad utilizzare soluzioni alternative, come ad esempio l’utilizzo di un microfono Rode Lavalier collegato allo smartphone per registrare a traccia audio, ed unirla al video in post produzione.
Non un problema dell’altro mondo intendiamoci, ma sempre una piccola perdita di tempo che era possibile evitare appunto con l’introduzione nella Mark II di un ingresso audio, ingresso che ho ritrovato nella Canon EOS M6, e che adesso mi permette di collegare agevolmente microfoni a fucile come il succitato Tascam o il Lavalier che vi ho precedentemente mostrato direttamente alla fotocamera, evitando così di dover unire le tracce in post produzione.
In Canon EOS M6 non vi è un mirino EVF, o per lo meno, non di default. La mira per foto e video viene presa attraverso lo schermo da 3” interamente touch, anche se tuttavia è disponibile un mirino opzionale che si monta sull’attacco Hot Shoe e che fornisce prestazioni davvero eccezionali: uno dei difetti del display TFT infatti è la sua scarsa leggibilità sotto luce diretta. Con questo mirino, risolverete tranquillamente il problema:
Per il resto, il design ricorda terribilmente la M10, tanto da sembrarne la sorella gemella. Nella parte anteriore vi è luce di messa a fuoco, tasto per sganciare l’obiettivo (altra differenza con la Mark II che, sebbene avesse un ottimo obiettivo, non era intercambiabile), obiettivo che può essere sostituito mediante adattatore con ottiche Canon standard, e sensore ad infrarossi per un telecomando opzionale (ottimo questo, a prezzo scontato su Amazon).
Sulla parte destra della Canon EOS M6, troviamo l’attacco HDMI per collegare la fotocamera ad un TV, il tasto per attivare il Wi-Fi e consentire il trasferimento dati ed il connettore per telecomando a filo.
Sulla parte sinistra si trova l’ingresso audio per il microfono da 3.5” (manca purtroppo l’uscita delle cuffie) e l’ingresso microUSB. A differenza della Mark II tuttavia, che permetteva la ricarica mediante collegamento con il cavo misroUSB in dotazione, questa possibilità è preclusa sulla M6: una mancanza imperdonabile, vista la notevole comodità di questa funzione, soprattutto per i vlogger e per coloro che passano la vita attaccati al PC (come me).
Su Canon EOS M6 dovrete quindi staccare la batteria e caricarla con il caricatore incluso nella confezione, e che ricarica completamente la batteria in circa 3 ore.
Nella parte alta troviamo flash a scomparsa, ghiera dei modi, ghiera della compensazione dell’esposizione, tasto di scatto, tasto di accensione spegnimento ed un tasto M-Fn che si può configurare.
Posteriormente si trova il display da 3” TFT, di tipo touchscreen con ratio 3:2 e 1.040.000 punti di definizione. Qui sta un’altra differenza rispetto alla Canon EOS M5, che vanta un display leggermente più grande e risoluto. Il display, come detto prima, a differenza della M5 è orientabile a 180 gradi verso l’alto, o a 45 verso il basso (utile quando ad esempio eseguo recensioni di smartphone, in quanto la Canon sta davanti a me sul cavalletto un po rialzata, e abbassando il display posso tenere sotto controllo l’inquadratura). Sempre in questa zona, ma sulla destra, troviamo i classici tasti di registrazione video, regolazione degli ISO, riproduzione di foto e video e la ghiera per la regolazione del diaframma.
Infine, nella parte bassa troviamo l’attacco per la vite standard (per posizionare la fotocamera su un cavalletto), e lo slot che racchiude batteria e vano per microSD.
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Canon EOS M6: Hardware da top ad un prezzo che scende
Come ho detto all’inizio di questa mia recensione, Canon EOS M6 è una fotocamera mirrorless compatta: tuttavia, essa non rinuncia ad un hardware davvero prestante, che è praticamente il medesimo della Canon EOS M5, a parte il mirino EVF, ad un prezzo inferiore rispetto alla stessa M5.
Al suo interno è presente un sensore APS-C da 24.2 MegaPixel ed un processore DIGIC 7, che dona alla M6 una reattività davvero eccezionale, permettendo a questa mirrorless fino a 7 scatti al secondo e una riduzione del rumore digitale notevole, anche con alti ISO (a proposito, la M6 supporta ISO fino a 25.600)
Per quel che concerne la parte video (che è quella che personalmente più mi interessa), la Canon EOS M6 possiede uno stabilizzatore a 5 assi ed un sistema, denominato Dual Pixel CMOS AF, che permette di realizzare video fluidi, senza alcun tremolio, e con una messa a fuoco istantanea. I video vengono girati fino ad un massimo di 60 FPS fullHD a 1920 x 1080 pixel, per una durata massima di 30 minuti (questo onde evitare di surriscaldare la macchina). Anche in questo caso purtroppo, mi rimane l’amaro in bocca nel non vedere l’implementazione della risoluzione 4K.
Daccordo, va bene che non siano molti coloro i quali possiedono uno schermo 4k: va bene che non siano in molti coloro i quali possiedono l’hardware per effettuare post produzione di video in 4K. Tuttavia, questa è la risoluzione del futuro, e da questo punto di vista la M6 è una mirroless che nasce vecchia.
Non abbiamo inoltre la stessa capacità di messa a fuoco a distanza ravvicinata di cui godeva la mia Mark II (e questo grazie ai diversi obiettivi posti di serie nelle due fotocamere), tuttavia, la M6 presenta una modalità di autofocus servo che permette di seguire soggetti in movimento evitando la perdita di messa a fuoco e tale modalità risulta efficace, molto efficace.
Conclusioni
Mi è piaciuta tantissimo questa fotocamera, tanto da farmela preferire alla pur ottima Canon Powershot G7 X Mark II a causa della possibilità di cambiare obiettivo (ed utilizzare le ottiche Canon standard), ed alla rapidità di messa a fuoco davvero eccezionale che in modalità servo diventa davvero eccezionale per seguire soggetti in movimento. Se quindi siete alla ricerca di una fotocamera per Vlog o per YouTube ma non volete buttarvi subito su macchine professionali, la Canon EOS M6 è quella che fa per voi, grazie anche al display touch inclinabile verso l’alto. Le differenze con la Canon EOS M5 sono davvero ridotte all’osso, e si riassumono in mancanza di mirino EVF (che però nella M5 è acquistabile a parte), e nel prezzo, molto inferiore, rispetto alla M5.
Come contro, mi ha fatto storcere il naso il fatto che non sia ricaricabile col cavo microUSB, e che non abbia una uscita audio per le cuffie.
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FOTO PRODOTTO
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