Lo so, il titolo è volutamente forzato. Tuttavia, alla luce di quanto visto nel keynote di ieri, non potevo esimermi dallo scrivere queste 4 righe sui nuovi iPhone, non tanto per analizzare il tutto dal punto di vista tecnico, quanto per esprimere il mio pensiero su quanto, almeno a mio giudizio, sta avvenendo in Apple.
Partiamo dall’inizio, e partiamo con una premessa fondamentale: iPhone X è strepitoso. E’ bello, è sicuramente il più veloce iPhone di sempre (e ci mancherebbe altro che così non fosse), e molto probabilmente è il più veloce smartphone ad oggi esistente. Il suo schermo Oled è stato giudicato da esperti del settore come un qualcosa di impressionante, che poco o nulla a che fare con gli schermi in commercio.
Voglio prendere queste parole per buone (anche se, chi mi segue, sa che sono abituato ad esprimere giudizi completi solo dopo aver testato per bene le cose di persona). Diciamo pure che iPhone X è il miglior smartphone ad oggi in commercio. Il suo display edge to edge, che tanto mi ricorda S8, è un punto di svolta nel panorama della mela e la nuova CPU Apple A11 Bionic, segna una svolta di passaggio nel panorama dell’innovazione tecnologica, grazie alle sue capacità di apprendimento neurali anche se, personalmente, mi è molto rimasto l’amaro in bocca in seguito all’eliminazione del Touch ID, almeno fino al prossimo anno quando Apple, almeno a mio giudizio, presenterà il nuovo sensore di impronte digitali a schermo presentato da Qualcomm a Giugno di quest’anno (che sia la volta, dopo il Super Retina Display, del Super Touch ID?)
Per la prima volta dal 2007 (ovvero dalla data della storica presentazione del primo iPhone, da parte dell’immenso Steve Jobs), Apple osa, ed osa alla grande, sul suo dispositivo che l’ha resa celebre al grande pubblico eliminando il tasto home, l’unico, l’iconico, che era definito dallo stesso Steve come un’ancora di salvezza per utente che non sapeva più cosa fare. E lo fa rivoluzionando l’interfaccia di iPhone, mediante un insieme di gesture che riescono, in maniera più o meno efficace a mio giudizio, a riesumare quanto di buono in questi anni quel magico tasto era riuscito a fare.
iPhone X segna la fine della vecchia Apple
Tutto ciò premesso, mi sento di dire, o meglio percepisco, come Apple abbia perso di vista il suo scopo principale, che era lo scopo del suo fondatore. Se ricordate la presentazione di iPhone 3G, ricorderete che lo stesso Steve rimarcò come il primo iPhone aveva un prezzo non alla portata di tutti, e che quindi il suo scopo era quello di renderlo more affordable (alla portata di tutti). Steve era sicuramente un abile venditore, ma era anche un visionario ossessionato dalla perfezione, perfezione che si rifletteva nei suoi prodotti, nella sua logica di vendita, e che si rifletteva nella vecchia Apple.
Chi di voi è abbastanza vecchio come il sottoscritto, ricorderà come una delle azioni intraprese dalla Apple post Sculley ad opera di Jobs, fu proprio quella di rimettere ordine nel panorama dei prodotti Apple. Nella stessa biografia scritta da Isaacson, si rimarca più volte come Jobs trovò in Apple un clima di disordine unico: mille prodotti, per molte fasce di prezzo, che molto spesso si sovrapponevano tra loro. Gli stessi addetti Apple faticavano nel poter consigliare il giusto prodotto ai clienti, avendo essi stessi degli schemi che cercavano di far luce sui vari prodotti.
Jobs decide di spazzare via tutto, concentrandosi principalmente nei 4 segmenti, ormai famosi, dei desktop e notebook, per professionisti e per consumer (dando vita alla linea MacBook, MacBook Pro, iMac, Mac Pro). Il risultato di questa politica di semplificazione fu sono gli occhi di tutti: il mercato diede ragione a Jobs, e la semplificazione tanto auspicata diede i suoi frutti.
E veniamo ad oggi 13 Settembre 2017. Se si va sul sito Apple in cerca di un iPhone, ecco quello che compare:
Questo, da vecchio utente Apple, personalmente già mi fa capire dove vada l’azienda oggi.
Apple a differenza dei primi anni, in cui non pensava ai competitor, ma pensava solamente a creare i migliori prodotti al mondo, oggi propone non un iPhone (magari in due colorazioni, che erano il dilemma di ogni nuovo acquirente del melafonino).
Oggi, Apple propone iPhone X, e ad un prezzo che, almeno a mio giudizio, è sicuramente fuori mercato. Propone anche iPhone 8 ed iPhone 8 Plus, e come se non bastasse propone iPhone 7 (in versione normale e plus), iPhone 6S (stessa solfa) ed iPhone SE.
Quel che posso dedurre (e vi ricordo che sono miei pensieri e considerazioni) è che Apple oggi cerca di accontentare più persone possibili, ma lo fa in un modo che mi riporta alla Apple di Sculley. Mille prodotti, con moltissime sovrapposizioni di prezzo che non hanno senso, che generano solo confusione nell’utente finale, e che allontanano le persone da quel concetto di semplicità che era tipico di questa azienda.
La seconda riflessione sulla quale voglio soffermarmi sul nuovo iPhone X è l’eliminazione del tasto fisico. Sicuramente è una innovazione che Apple progettava da tempo. Tuttavia, iPhone è sempre stato lo smartphone semplice per eccellenza, e famoso per non richiedere la lettura di alcun manuale di istruzioni. Alzi oggi la mano chi saprebbe come richiamare il centro di controllo, non appena scartato il nuovo iPhone X. Alzi la mano chi saprebbe a primo acchito, come richiamare la home, o richiamare il multitasking.
E’ vero. Le gesture sono un qualcosa che, dopo un certo tempo di utilizzo, diventano immediate, e diventano quasi un qualcosa di naturale. Tuttavia, a mio giudizio, l’ inserimento forzato di troppe gesture per sopperire a mancanze hardware, come quella del tasto home, fanno si che il prodotto generato risulti meno intuitivo, e che lasci un po la direzione di quel “it just works” tanto famoso all’azienda della mela, e che è diventato un motto iconico negli anni, vanto di molti utenti Apple.
L’ultima mia riflessione è sul prezzo al quale viene venduto il nuovo iPhone (tralascio volutamente i nuovi modelli di iPhone 8, definiti, spero ironicamente, da Schiller come iPhone con “all new design”). Molti dicono che i 999 dollari (circa 1.189 euro al cambio che mai ho potuto comprendere fino in fondo) siano più che giustificati per un modello come quello attuale, che moltissima innovazione ha portato nel panorama.
Tuttavia il superamento della barriera psicologica dei mille euro è parecchio rischioso, anche alla luce dell’attuale mercato, che vede una concorrenza in Android sempre più spietata, ma che soprattutto fa si che venga meno il requisito base per il quale la tecnologia, quella utile, debba essere alla portata di tutti (o per lo meno della maggioranza). Lo sapeva Jobs, e quel suo “more affordable” la diceva lunga circa il fatto che la Apple di oggi, quella quotata in borsa, non abbia più come scopo (parere personale si intende) il creare i prodotti migliori del mondo, o almeno non abbia più questo scopo come valore preponderante. La Apple di oggi pensa a macinare utili (ed è anche comprensibile ed ovvio per molti che mi leggeranno, visto che Apple non è una onlus), pensa alla borsa e pensa a soddisfare le esigenze degli utenti con una vastità di prodotti molto spesso in competizione tra loro. Ma che ne è allora del motto “l’utente non sa cosa vuole fin quando non glielo si mostra?” che ne è dell’ordine e della semplicità di origine Zen di Jobsiana memoria?
Tutto questo, per un utente di vecchia data quale io sono, è un retrogusto amaro, che mostra la direzione della Apple di Cook. E se 999 dollari fossero più che giustificati per un dispositivo del genere ad esempio, come spiegare l’aumento improvviso post keynote di ben 70 euro sui nuovi iPad Pro? Quale logica in tutto ciò? cosa spiega il vantaggio percepito all’utente dall’aumento di prezzo improvviso? Cosa ne resta di quel one more thing, di quella ossessione per la realizzazione di prodotti migliori?
iPhone X è un ottimo prodotto. Forse venderà di meno, o forse sbancherà come al solito, facendo segnare un altro record nella trimestrale della Mela, che ad oggi domina il mercato, e per la quale il mercato stesso le da ragione. Tuttavia, iPhone X segna anche una croce sul passato della vecchia Apple, e segna una nuova direzione nella Apple di oggi, croce che per utenti di vecchia data, lascia un bel ricordo di tempi che furono.