Si inasprisce la lotta tra Qualcomm e Samsung sul fronte delle CPU, una lotta che fino ad ora aveva sempre visto primeggiare il colosso statunitense. I processori Exynos di Samsung, per quanto ottimi, hanno sempre fatto fatica a reggere il confronto con gli Snapdragon rivali.
La differenza era notevole sui top di gamma di Samsung che montavano, a seconda del mercato a cui erano destinati, l’una o l’altra CPU. L’anno scorso a darsi battaglia erano l’Exynos 990 e lo Snapdragon 865.
La differenza a favore dello Snapdragon era notevole. Anche quest’anno, a dire il vero, Qualcomm resta in vetta, ma la distanza che la separa dagli Exynos è sempre più sottile grazie al nuovo Exynos 2100.
Vittoria meritata ma combattuta per lo Snapdragon 888
Il rivale naturale dell’Exynos 2100 è lo Snapdragon 888: i due processori si somigliano molto, sia per struttura dei core che per processo produttivo (entrambi a 5 nanometri).
Partendo dal core più potente disponibile su entrambi, e cioè il Cortex X1, i risultati ottenuti dall’Exynos sono inferiori del 7% rispetto a quelli realizzato dallo Snapdragon, nonostante quest’ultimo abbia frequenze più basse e una migliore efficienza energetica.
La situazione cambia quando si considerano i tre Cortex A78 che nel 2100 superano del 12% i risultati dell’888. In questo caso, però, i consumi dell’Exynos sono superiori del 52% a quelli della controparte Qualcomm e ancora una volta la lancetta dell’efficienza energetica punta verso lo Snapdragon.
I risultati quindi eleggono come vincitore lo Snapdragon 888, ma è una vittoria molto combattuta. Più interessante è notare gli incredibili passi avanti fatti dall’Exynos 2100 rispetto al precedente Exynos 990.
Samsung ha saputo sfruttare egregiamente i vantaggi del nuovo processo produttivo a 5 nanometri. Non a caso diversi marchi si sarebbero rivolti alla casa sudcoreana per avere una fornitura di Exynos anche per i propri smartphone.