Da decenni il fascino della realtà virtuale ammanta il mondo dell’informatica e dell’intrattenimento. Solo negli ultimi anni però – grazie soprattutto al lavoro di aziende visionarie come Oculus – quella che sembrava una fantasia irrealizzabile è diventata realtà. Oggi chiunque può acquistare un visore per realtà virtuale, anche perché il prezzo di questo tipo di dispositivo è calato drasticamente, popolarizzando una tecnologia in passato inaccessibile per una persona comune.
Sono tanti i marchi, piccoli e grandi, che lavorano attualmente allo sviluppo di visori VR (dove VR sta proprio per Virtual Reality). Anche molti colossi tech hanno deciso di puntare forte su questo nuovo settore: basti pensare a Meta – il gruppo di cui fanno parte Facebook e Instagram – che ha deciso di acquisire Oculus, azienda leader nella produzione di visori. Impossibile poi non parlare di Apple, che con il suo nuovo Vision Pro è decisa a stabilire i nuovi canoni dell’esperienza Vr.
Insomma, le proposte non mancano. Molti visori per la realtà virtuale sono già disponibili sul mercato, anche a prezzi decisamente accessibili al grande pubblico, così come sempre più disponibili sono i software e i giochi che permettono di utilizzarli. Scopriamo quali sono i modelli più interessanti del momento, ma non senza aver prima fatto chiarezza sulla realtà virtuale e sui vari tipi di visore attualmente in commercio.
Che cos’è un visore per realtà virtuale
Possiamo pensare ai visori per realtà virtuale come a dei particolari tipi di occhiali che permettono di entrare in un mondo non visibile ad occhio nudo.
Quella che viene definitiva realtà virtuale, e spesso abbreviata in VR, è in effetti un vero e proprio mondo digitale, ricreato al computer attraverso appositi software, che è possibile esplorare in totale libertà muovendosi in uno spazio simulato tridimensionale.
I visori VR, proprio come gli occhiali, vengono indossati dall’utente e sono dotati di lenti posizionate davanti agli occhi. Non si tratta però di lenti normali, ma di veri e propri schermi che mostrano le immagini elaborate da un processore che può essere sia interno che esterno al visore stesso.
Negli ultimi anni la tecnologia alla base di questi display ha compiuto passi avanti da gigante. Quelli che erano i principali problemi legati all’uso dei visori – nausea, motion sickness, fastidi di vario tipo – sono stati risolti, permettendo di utilizzare questi dispositivi ininterrottamente anche per ore, senza avvertire alcuni tipo di disagio e con un grado di immersione e realismo impensabili fino a qualche anno fa.
Uno degli ambiti principali in cui vengono usati i visori VR è quello del gaming. I videogiochi 3D non sono certo una novità: offrono un mondo ricostruito in tre dimensioni, che può essere anche incredibilmente ampio, fino a richiedere centinaia di ore di gioco per un’esplorazione completa. Se già giocare a questi titoli con un display tradizionale è un’esperienza estremamente coinvolgente, farlo con un visore VR permette di sperimentare un nuovo grado di intrattenimento, non solo visivo.
I visori VR, infatti, sono spesso affiancati da nuovi dispositivi di input che permettono di interagire con la realtà virtuale in modo più “organico” rispetto ai controller tradizionali: gesti e movimento del corpo vengono catturati con precisione e trasformati in comandi di gioco.
Realtà virtuale e realtà aumentata sono la stessa cosa?
Quella che abbiamo appena descritto è la realtà virtuale nella sua forma “canonica”. Spesso, però, con questo termine ci si riferisce anche altri tipi di esperienza, soprattutto quelli che, a voler essere precisi, rientrerebbero nell’ambito della cosiddetta realtà aumentata (o Augmented Reality, AR).
Realtà virtuale e realtà aumentata non sono la stessa cosa. La VR permette di entrare in un mondo totalmente digitale, in cui ogni elemento è ricostruito al computer. La realtà aumentata, come suggerisce il nome, permette invece di osservare la realtà circostante – il mondo reale – aggiungendo ad essa alcuni elementi virtuali.
Facciamo un esempio pratico. Con la realtà virtuale è possibile, indossando un visore, entrare nella ricostruzione 3D di un particolare ambiente, anche non esistente nella realtà: l’interno di un’astronave, gli abissi dell’oceano, e così via. La realtà aumentata, invece, permette di “aumentare” ciò che stiamo vedendo: entrando nel Colosseo, potremmo allora vederne le rovine come ad occhi nudi, ma aggiungendo informazioni storiche e archeologiche, o sovrapponendo alle immagini reali catturate dal visore la ricostruzione digitale di alcune parti.
Non a caso la realtà aumentata, più che nel gaming, viene molto usata nella produttività: un meccanico può, indossando un visore AR, reggere tra le mani il componente di un’automobile, vederla come la vedrebbe normalmente, ma avere informazioni su quel componente, sulle sue caratteristiche, sulla disponibilità di pezzi di ricambio.
Due tecnologie diverse con applicazioni diverse, quindi: perché allora si fa confusione? Il motivo va ricondotto probabilmente al fatto che spesso il termine realtà virtuale viene usato come definizione più ampia per indicare tutte le tecnologie afferenti a questo nuovo settore, inclusa la realtà aumentata. Seppur non formalmente corretto, potremmo dire che spesso si considera la realtà aumentata un particolare tipo di realtà virtuale. Del resto, alcuni visori di nuova generazione permettono di vivere entrambe queste esperienze.
Quale visore scegliere?
I visori VR si dividono in due grandi famiglie: visori destinati alla produttività e visori destinati all’intrattenimento. La divisione, più che avvenire per criteri tecnici, avviene anche e soprattutto per un criterio economico: i visori “professionali” hanno un costo molto elevato, difficilmente accessibile e giustificabile per l’utente medio.
Un esempio di visore per la produttività è rappresentato dall’HoloLens 2 di Microsoft, un visore olografico destinato ad applicazioni aziendali e industriali. Estremamente avanzato, costa però quasi 4000 euro, una cifra sicuramente non alla portata di tutti.
I visori per l’entertainment, invece, hanno prezzi decisamente più bassi, anche inferiori ai 500 euro, e offrono un parco applicazioni che ha come target l’utente medio, risultando anche più piacevoli da utilizzare in ambito domestico. Ad oggi, la scelta ricade principalmente su due modelli.
Il primo è il visore Meta Quest 3, ultima generazione dei visori prodotti da Oculus/Meta. Grazie all’hardware dedicato, può essere utilizzato anche in modalità stand alone, ovvero senza che sia necessario collegarlo ad un computer esterno. Permette sia di vivere l’esperienza della realtà aumentata, sia di entrare totalmente nella realtà virtuale. Il collegamento Oculus Link rende il visore utilizzabile anche in ambito gaming, collegato come periferica ad un PC, per giocare ai titoli compatibili con la tecnologia VR (il catalogo, già ampio, è in costante aggiornamento).
La seconda soluzione consigliata è invece quella rappresentata dal visore PlayStation VR2. Anche in questo caso siamo davanti ad un device maturo, con un costo accessibile e che è possibile utilizzare non solo come “accessorio stravagante”, ma anche come dispositivo da gioco quotidiano, vista l’ampia disponibilità di app e giochi.
Il PS VR2 è compatibile solo con le console PlayStation 5 e PlayStation 5 Digital Edition, poiché richiede una elevata potenza di calcolo per giocare in modalità 4K HDR.
I visori VR economici
Accanto ai visori tecnologicamente più avanzati, come il Meta Quest 3 e il PS VR2, esistono anche visori con caratteristiche tecniche più modeste e decisamente più economici. Molti di questi modelli non sono in realtà dei visori veri e propri, quanto dei supporti che permettono di utilizzare lo smartphone per avere un’esperienza simile a quella della realtà virtuale vera e propria.
Inutile dire che il risultato finale non è comparabile a quello dei visori veri e propri, che sono dei piccoli gioielli di tecnologia. I visori per smartphone sono estremamente limitati, e vanno visti come “giocattoli” piuttosto che come delle periferiche propriamente dette.
Chi vuole avere una vera esperienza VR senza spendere molto può invece orientarsi sul Meta Quest 3S, versione più economica del Meta Quest 3, proposta a circa 300 euro.
Le differenze tra i due visori non sono tantissime. Le possibilità d’uso sono a grandi linee paragonabili, ma il Meta Quest 3S ha caratteristiche tecniche più modeste rispetto al fratello maggiore. Tra queste, la minore autonomia data da una batteria a più bassa capacità, lo spazio di archiviazione ridotto (128 GB o 256 GB contro i 512 GB di Quest 3), le lenti e gli schermi diversi, che pur offrendo una buona qualità delle immagini, non raggiungono il livello visivo del modello base.
Quando esce Apple Vision Pro in Italia?
Apple Vision Pro è stato il visore VR più chiacchierato del 2024. Un dispositivo che, come spesso accaduto con i prodotti Apple, promette di rivoluzionare il settore e di trasportare la realtà virtuale dal settore di nicchia a cui finora è stata relegata, ad una distribuzione più ampia e capillare: un visore per tutti, insomma, e adatto alla vita di tutti i giorni.
Un progetto ambizioso e difficilmente realizzabile nell’immediato, visto anche il costo elevato di questa prima generazione di visori Apple (il prezzo parte da ben 3499 dollari). L’interesse verso il Vision Pro è comunque molto elevato: alcune fonti parlano di 500.000 unità già prodotte, che dovrebbero coprire le richieste e i preordini di tutto il 2025. Numeri importanti per un visore VR, che potranno salire ulteriormente con una nuova e più economica versione, Apple Vision Pro 2, che voci di corridoio danno per probabile entro il 2026.
Purtroppo, Apple Vision Pro non è ancora arrivato in Italia. Il lancio del dispositivo è avvenuto negli Stati Uniti, per poi aprire gli ordini anche ad altri mercati: Cina, Hong Kong, Giappone, Singapore, Australia, Canada, Francia, Germania e Regno Unito.
Il nostro paese non compare nella lista, né si hanno informazioni ufficiali su quando Vision Pro sarà disponibile per il mercato italiano. Alcuni insiders, però, danno per probabile il suo debutto in Italia entro il 2025.
Conclusioni
Sin dalla loro comparsa sul mercato, i visori per la realtà virtuale hanno destato l’interesse di tantissime persone: nessun dispositivo, infatti, incarna meglio il futuro dell’informatica e dell’intrattenimento, facendo da ponte tra il mondo reale e un nuovo mondo digitale che offre infinite possibilità di interazione.
I visori VR vengono già ampiamente utilizzati non solo nel mondo del gaming, ma anche in quello del lavoro. Sempre più settori stanno scoprendo le potenzialità di questi dispositivi, che permettono di accedere facilmente e in sicurezza ad una mole spaventosa di dati e informazioni, semplificando un gran numero di operazioni.
Nei prossimi anni è giusto aspettarsi un ulteriore boom del settore, grazie al debutto di nuovi visori con potenzialità ancora maggiori e, probabilmente, anche prezzi più bassi. Anche senza dover aspettare è già possibile avvicinarsi al mondo della realtà virtuale anche con un budget contenuto, grazie a visori come il Meta Quest con costi molto democratici.
Domande frequenti sui visori per realtà virtuale
Un visore per la realtà virtuale può essere utilizzato tanto per il gaming quanto per la produttività. Sono già disponibili tantissimi giochi e software che permettono di usare questo tipo di dispositivo per l’intrattenimento e per il lavoro, sfruttando i vantaggi di un mondo tridimensionale liberamente esplorabile o le potenzialità della realtà aumentata.
Il miglior visore di realtà virtuale attualmente sul mercato è il Meta Quest Pro. Nei prossimi mesi saranno disponiboli altri visori di nuova generazione, come il tanto Vision Pro di Apple.
La realtà aumentata è una tecnologia che permette di aggiungere, indossando un visore, ulteriori elementi al mondo reale inquadrato dalla telecamera del visore stesso. La realtà virtuale permette invece di entrare in un mondo totalmente digitale, cioè ricostruito al 100% da un computer, che può essere interno o esterno al visore.